“Far Filò”.
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- 12 giu
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Quando il teatro incontra la terra, la memoria e il cielo.
A Costa di Rovigo, sulle tavole del Teatro Comunale Rossi, è stata lanciata un’iniziativa che profuma di grano e racconti antichi: “Far Filò – storie della terra e del cielo”. Un progetto che intreccia teatro, memoria contadina e paesaggio, con l’ambizione di portare la cultura fuori dai luoghi canonici e farla respirare tra i filari, nei parchi, nelle aziende agricole.
L’idea nasce dalla Fondazione Teatro Stabile del Veneto, con il sostegno della Regione, e si concretizza in sette eventi artistici distribuiti da luglio a dicembre. Il palcoscenico? Non solo teatri, ma campi aperti e spazi rurali, dove la narrazione si fonde con la natura.
Il cuore pulsante dell’iniziativa è la parola, quella detta ad alta voce, che invita ad ascoltare e riflettere. Le storie che verranno raccontate toccano temi urgenti come la sostenibilità ambientale e il cambiamento climatico, ma lo fanno con il passo lento e profondo della tradizione orale, riportando alla luce un modo antico – e oggi quanto mai prezioso – di stare insieme: il “filò”.
Come ha sottolineato l’assessore alla Cultura Cristiano Corazzari, il progetto è un ritorno alle radici, alla comunità, a quel teatro che non ha bisogno di sipari dorati, ma di occhi che guardano e orecchie che ascoltano. E Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, ha ribadito l’urgenza di rallentare, di fermarsi a raccontare e ad ascoltare in un’epoca che corre troppo in fretta.
Far Filò è un invito a uscire dal caos e a ritrovare il senso delle cose attraverso il racconto. Una rassegna che è teatro, sì, ma anche rito collettivo, memoria condivisa, e soprattutto un’occasione per tornare ad ascoltare la voce del territorio – e forse anche quella di noi stessi.

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