Biometano a Sarzano.
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- 2 giorni fa
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Perché dire no rischia di costarci caro.
L’Associazione Civica per Rovigo, guidata dall’ex sindaco Edoardo Gaffeo, torna a far sentire la sua voce in merito a una questione che riguarda da vicino il futuro energetico e ambientale della città: lo stop all’impianto per la produzione di biometano a Sarzano.
Secondo il gruppo, la scelta della sindaca Valeria Cittadin di bloccare il progetto non solo non porterà alcun risparmio in bolletta, ma potrebbe addirittura far aumentare i costi per famiglie e imprese. Una posizione netta, che mette in discussione la narrazione secondo cui fermare l’impianto sia una vittoria per i cittadini.
Un impianto strategico (e finanziato con fondi pubblici)
L’impianto, pensato per trattare rifiuti organici e convertirli in biometano, è stato finanziato attraverso i fondi del PNRR – un’occasione unica, difficilmente replicabile, per rendere più efficiente e sostenibile la gestione dei rifiuti nel territorio.
Bloccare ora i lavori significherebbe rinunciare a quei finanziamenti, con il rischio di dover rimettere mano al portafogli pubblico per compensare il vuoto lasciato. E a pagare, come spesso accade, sarebbero i cittadini.
Conseguenze concrete: più costi, meno autonomia
Se l’impianto non si farà, spiega l’associazione, Ecoambiente – la società che gestisce il ciclo dei rifiuti – dovrà rivolgersi al mercato privato per lo smaltimento della frazione organica. Tradotto: maggiori spese operative e minore controllo sui processi. Il tutto in un contesto in cui il tema ambientale e l’efficienza energetica sono tutt’altro che secondari.
In sintesi, l’Associazione Civica mette in guardia: rinunciare al biometano non è una scelta a impatto zero. Anzi, potrebbe trasformarsi in un boomerang economico e ambientale per l’intera comunità.

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