Rovigo e le botteghe artigiane che resistono.

Mestieri antichi in cerca di futuro.

A Rovigo, il cuore pulsante dell’artigianato sta battendo sempre più piano. Le botteghe storiche, un tempo fulcro della vita quotidiana, oggi lottano per non chiudere i battenti. A metterle in crisi non è solo il peso crescente delle spese e della burocrazia, ma anche un cambiamento culturale profondo: la perdita di interesse verso i mestieri manuali e la diffusione della mentalità “usa e getta”.

Calzolai, orologiai, falegnami: professioni che hanno attraversato i secoli, oggi rischiano di sparire in silenzio. Lo raccontano artigiani come Stefano e Cristiano, testimoni di un mondo che lentamente si assottiglia. Le loro mani esperte continuano a lavorare con passione, ma con sempre più difficoltà a trovare giovani disposti ad apprendere il mestiere.

Il problema non è solo economico. È anche sociale e culturale. L’artigiano non è più visto come un punto di riferimento, ma spesso come un mestiere superato, “di un’altra epoca”. Eppure, chi vive questa realtà ogni giorno sa bene quanto valore ci sia dietro ogni pezzo riparato, ogni oggetto restaurato, ogni segreto tramandato.

La richiesta è semplice, ma urgente: riconoscere dignità e valore al lavoro artigiano. Non si tratta solo di salvare delle botteghe, ma di custodire un patrimonio di competenze, storia e identità. Se perdiamo questi mestieri, perdiamo una parte importante di noi.

Il futuro dell’artigianato passa anche dalla capacità di raccontarlo in modo nuovo, di renderlo di nuovo desiderabile agli occhi delle nuove generazioni. Perché fare l’artigiano non significa solo lavorare con le mani, ma dare forma a qualcosa che dura nel tempo. E oggi, più che mai, abbiamo bisogno di questo.

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